
quadro di Marina Fedorova
Xenia I
Avevamo studiato per l'aldilà
un fischio, un segno di riconoscimento.
Mi provo a modularlo nella speranza
che tutti siamo già morti senza saperlo.
Non ho mai capito se io fossi
il tuo cane fedele e incimurrito
o tu lo fossi per me.
Per gli altri no, eri un insetto miope
smarrito nel blabla
dell'alta società. Erano ingenui
quei furbi e non sapevano
di essere loro il tuo zimbello:
di esser visti anche al buio e smascherati
da un tuo senso infallibile, dal tuo
radar di pipistrello.
Eugenio Montale
Da "Satura"
Una grande poesia d'amore...
7 commenti:
Una bella poesia di un autore grandissimo... Un saluto ..;-))
il mio poeta preferito, checché si dica di lui...
ho sceso, dandoti il braccio,almeno un milione di scale...
eh, come è vera per me anche questa poesia! hai presente, dori, quanto sono lunghe le mie scale? quanta fatica l'amore ci chiede? ma è bello, nella maturità e, speriamo, nella vecchiaia, poter camminare a lungo insieme. camminare letteralmente simbolicamente e, perché no? tangueramente.
un abbraccio.
lu
Sirablog@un caro saluto a te!
Lucy@io amo molto Montale..ho presente, cara, quanto son lunghe le tue scale...e con quanta fatica, ma anche con quanto amore...
Bacio
Bellissima Dori.
Mi ha ricordata un caro amico, che si muove come un'insetto miope...ma che ha un occhio moooolto lungo.
Ti abbraccio forte
Ciao Scarlie cara! Che piacere leggere un tuo commento!!;-)
Ti abbraccio forte forte e..ti aspetto a Milano!!
Un autore che io amo moltissimo!
Posta un commento