lunedì, maggio 12

Ancora un'avventura di Hugo Pratt


Visto che qualcuno di voi è, come me,incantato da Hugo Pratt, dal suo Corto e dalla sua vita avventurosa, "socializzo" anche queste altre informazioni "rubate" al web..
Il rugby compare in “Tango …y todo a media luz”, ambientato a Buenos Aires, con Corto sulle tracce di Butch Cassidy, Sundance Kid e Etta Place, e di uno strano traffico internazionale di prostitute fra i bordelli della capitale argentina.
In gioventù in effetti Pratt era stato anche un giocatore di rugby.
“Il calcio è uno spettacolo molto bello ma da ragazzino mi dava fastidio, forse perchè mio padre mi obbligava ad andare a vedere il Venezia, mentre io preferivo andare a vedere Venezia”, raccontava Hugo Pratt ad Alessandro de Calò, in una vecchia intervista alla Gazzetta dello Sport “così mi sono messo a giocare a rugby. Dopo la guerra, abbiamo cominciato a fare una squadra a XV. Io ero l’unico antifascista, tutti gli altri venivano dal Guf, gli universitari del regime. Il capitano si chiamava Nogara. Eravamo molto battaglieri. Porto ancora i postumi di una frattura alla spalla. Poi ho trovato una fidanzata che faceva molto bene da mangiare. Ingrassavo. Da titolare sono passato riserva. E infine socio sostenitore”.
”Vamos a lo de la Parda , così urlavano quasi in coro i gagliardi giocatori di rugby del C.A.S.I. (Club Atletico di San Isidro), dopo la penultima bevuta con gli avversari sconfitti del C.U.B.A. (Club Universitario di Buenos Aires)...
Vamos a lo de la Parda era il segnale che una gran parte della gioventù sportiva del CASI e del CUBA avrebbe disertato il bar del “San Isidro” per andare a far visita a “La Parda”, un altro tipo di club molto più stimolante di altri. Non ricordo se era l’estate del ‘49 oppure del ‘50, che in Argentina cade a dicembre”.

A Buenos Aires Pratt aveva giocato proprio nel San Isidro, con un compagno poi divenuto più famoso anche di Corto Maltese.
“In Argentina ho fatto parte prima dell’Atletico, poi del Sic, nato da una scissione. Nel Sic giocava anche Guevara. Lì ho conosciuto il “Che”, nel ‘49. Poi sparì ed è diventato quello che è diventato”.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Dori, quante cose interessanti ha fatto Pratt in Argentina! Quanto si è lasciato prendere dal nostro mondo!
San Isidro è stupenda!
Pratt, il Che e il rugby...che dire..

Anonimo ha detto...

Non ce lo vedo il Che che gioca a rugby,ma ancora meno Pratt! :)

Anonimo ha detto...

Ciao Dori, si lo ammetto, i miei gusti si sono modificati anche per colpa del tango.
Prima di Corto Maltese me ne fregavo totalmente, ma mi sa che il libro "il tango di corto" me lo cerco e se lo trovo...